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Immagine del redattoreBENEDETTA VITOLO

Idi di marzo, avveniva oggi la congiura contro Giulio Cesare

Il 15 marzo del 44 a.C. è una data impressa nella mente di tutti. Accadde proprio in questo giorno, conosciuto anche come Idi di marzo, il Cesaricidio, evento che cambiò per sempre la storia dell’Occidente.

Il celebre Dictator, benvoluto dal popolo, fu assassinato da circa venti senatori, che temevano in una possibile ascesa di Cesare al trono come re di Roma. A guidare i Cesaricidi furono Gaio Cassio, Marco e Decimo Bruto. Secondo quanto riportato dagli storici, Giulio Cesare lasciò la sua abitazione senza scorta, ma, arrivato nella Curia di Pompeo, fu circondato dai congiurati. Il primo a colpirlo fu Publio Servilio Casca, a cui Cesare rispose: “Scelleratissimo Casca, che fai?” e lo colpì a sua volta. Seguirono altre ventidue pugnalate da parte degli altri senatori. Il colpo fatale fu, però, quello Bruto, che Cesare stimava e considerava come un figlio. Secondo alcuni, infatti, prima di esalare l’ultimo respiro, pronunciò la celebre frase “Tu quoque, Brute, fili mi!” ("Anche tu, Bruto, figlio mio!"). Secondo altre fonti Cesare pronunciò però un’altra frase, questa volta in greco “Καὶ σύ, τέκνον.” (Anche tu figlio?).

Tutte le storie legate a questo episodio rimangono, però, avvolte da un alone di mistero e non potremo mai sapere cosa accadde realmente. Inoltre, furono molti i sogni, i presagi e i preavvisi su ciò che sarebbe poi accaduto. Il presagio più sorprendente è forse quello di Spurinna, aruspice etrusco, che il 14 marzo disse al Dictator: “Cesare, guardati dalle Idi di marzo”. Il giorno seguente, Cesare incontrò l’aruspice e rispose: “Spurinna come vedi le idi son giunte”, ma egli ribatté: “Sì, son giunte, o Cesare, ma non sono ancora trascorse”. Sul personaggio di Spurinna non si sa molto, non è certo se egli sapesse della congiura oppure fosse capace di interpretare il presente per prevedere il futuro.

Nonostante i numerosi dubbi sulla vicenda, questo rimane l’assassinio più famoso della storia e lo ricorderemo per sempre. Allo stesso modo ricorderemo Giulio Cesare, senza ombra di dubbio uno dei più grandi e brillanti generali che Roma abbia mai conosciuto.



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