Giustizia per George Floyd

Le parole "I can't breathe " furono le ultime pronunciate dal 46enne afroamericano George Floyd, morto sotto il ginocchio di un poliziotto. Floyd nasce nel North Carolina, per molto tempo conduce una vita serena e tranquilla. Poco dopo la sua famiglia si trasferì a Houston, Texas, dove frequentò la Jack Yates Highschool.

La sua vita, però, cambiò il 25 Maggio. Floyd era stato accusato di aver pagato in un negozio con venti dollari falsi, la polizia fu subito avvertita e dopo poco tempo Floyd si ritrovò a terra, in assenza di ossigeno. Tutta la vicenda venne ripresa dalle persone presenti in quel momento e i video fecero il giro del mondo. Quando giunsero i soccorsi, Floyd era già morto e non ci fu niente da fare. Da quel giorno le sue parole "I can't breathe" sono diventate sempre più famose e hanno spinto molti a protestare in suo nome con le parole "Black lives matter". Queste proteste sono diventate sempre più grandi, avendo come sostenitori anche celebrità. Il caso d George Floyd non è stato l'unico però, ci sono state infatti altre vittime uccise solo per il loro colore di pelle.

Le proteste avvengono ancora adesso e dopo molto tempo è finalmente arrivato un segnale di giustizia per George Floyd. La famiglia di Floyd, infatti, riceverà uno dei più grandi risarcimenti mai concessi: 27 milioni di dollari. Questa grande somma di denaro, però, non servirà alla famiglia di Floyd ad alleviare il dolore, nessuna somma di denaro potrà mai ripagare la sua morte, ma dobbiamo solamente sperare che il pensiero della gente cambi.

Non riesco ad esprimere il disprezzo che provo per chi fa del male agli altri, come si può arrivare ad uccidere solo per il colore di pelle non uguale al tuo. Spero che le nuove generazioni svuluppino un pensiero diverso e più aperto e che contribuiscano in modo determinante al cambiamento della società.