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Giorgio Napolitano e il doppio mandato

La vita e la carriera politica dell’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.


L’Italia si trova in clima di elezioni per votare il nuovo Presidente della Repubblica. Già da ieri, lunedì 24 gennaio 2022, sono iniziati gli scrutini al Quirinale, che hanno rivelato una maggioranza di schede bianche. Dunque, il mandato del Presidente uscente Sergio Mattarella sta giungendo al termine, ma, prima di quest’ultimo, un altro uomo ha rappresentato la nostra nazione: Giorgio Napolitano.


Giorgio Napolitano è nato a Napoli il 29 giugno 1925, è un politico italiano, Presidente emerito della Repubblica Italiana con la carica di senatore a vita, poiché è stato l'11º Presidente della Repubblica Italiana dal 15 maggio 2006 al 14 gennaio 2015 ed è stato, inoltre, il primo Presidente a essere eletto per due mandati consecutivi. Il suo predecessore è stato Carlo Azeglio Ciampi e il suo successore Sergio Mattarella. Prima, però, di ricoprire questo ruolo, è stato Presidente della Camera dei deputati fino al 1994, Deputato della Repubblica Italiana fino al 1996, Ministro dell’Interno e Ministro per il Coordinamento della Protezione civile fino al 1998. È stato l'unico capo dello Stato a essere stato membro del Partito Comunista Italiano, oltre che il più anziano al momento dell'elezione nella storia repubblicana. Durante la sua carriera, ha conferito il titolo di Presidente del Consiglio dei ministri a Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Mario Monti, Enrico Letta e Matteo Renzi. Il Presidente Napolitano, il 21 febbraio 2007, si trovò a gestire una crisi di governo, a causa delle dimissioni del premier Prodi in seguito al voto contrario del Senato alla relazione sulla politica estera del suo esecutivo; dopo tre giorni, rinvia il governo alle Camere per la fiducia. Nel 2013, rieletto per la seconda volta a Capo dello Stato, dichiara di essere «stato quasi costretto ad accettare la candidatura a una rielezione o a una nuova elezione come Presidente della Repubblica, essendo profondamente convinto di dover lasciare». Aggiunge poi, a causa dei continui rinvii delle elezioni per il nuovo Presidente, che «abbiamo vissuto un momento terribile. Abbiamo assistito a qualcosa a cui non avevamo assistito [...]. Ho detto di sì per senso delle istituzioni. Ho ritenuto che si trattasse di salvaguardare la continuità istituzionale». Il 14 gennaio 2015 il Presidente ha rassegnato le proprie dimissioni, preannunciate nel suo ultimo messaggio di fine anno e dovute alle difficoltà legate all'età.

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