Draghi e la sua squadra di governo
Il giuramento di Mario Draghi e dei suoi 23 ministri: è nato il primo governo in era Covid.
“Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservare lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’ interesse esclusivo della Nazione”.
Con questa formula di rito, con la quale ci si impegna alla fedeltà alla Repubblica ed alla disciplina, alle 11:57 del 13 febbraio 2021, nella sede del Quirinale e davanti al Capo dello Stato Sergio Mattarella, è iniziata la cerimonia di giuramento con cui è entrato ufficialmente in carica il 67esimo governo della Repubblica italiana, presieduto da Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea, e composto da 23 dicasteri.
Il cerimoniale prevede che il Presidente del Consiglio giuri nelle mani del Presidente della Repubblica nel Salone delle Feste del Palazzo del Quirinale. Dopo di lui che va ad affiancare il Presidente della Repubblica, giurano i ministri ad iniziare dai titolari dei dicasteri senza portafoglio (ministri non titolari di un dicastero). Ogni ministro, dopo aver pronunciato la formula di rito, firma l‘atto ufficiale che viene controfirmato dal Presidente della Repubblica. Il cerimoniale prosegue con l’incontro a Palazzo Chigi, sede del governo italiano, tra il Presidente del Consiglio uscente e quello entrante per la cerimonia della Campanella, utilizzata per aprire le riunioni del Consiglio dei Ministri, che segna il passaggio di consegne tra il vecchio ed il nuovo governo; una scampanellata stabilisce in maniera solenne l’ insediamento del nuovo governo.
Come da tradizione segue la prima riunione del Consiglio dei Ministri del nuovo esecutivo durante la quale avviene il primo atto formale, ovvero l’insediamento del Sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Nei giorni successivi si continua con la Fiducia, prima in Senato e poi alla Camera.
Dopo il giuramento di Mario Draghi e dei suoi 23 ministri, il premier ha lasciato il colle del Quirinale per raggiungere Palazzo Chigi. Nel momento di entrare nel cortile interno del Palazzo, Draghi, senza rispettare il rituale, non si è fermato davanti alla bandiera italiana, ma avvisato è tornato indietro. Nella Sala dei Galeoni l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte lo attendeva; dopo un colloquio privato è avvenuto il passaggio delle consegne con la cerimonia della Campanella, fatta brevemente suonare dal nuovo premier.
Conte ha poi lasciato Palazzo Chigi salutato dagli onori militari nel cortile ed accompagnato da un lunghissimo applauso dei dipendenti della sede del governo. Gli applausi di congedo non sono un privilegio riservato solo a Conte, che, tuttavia, è stato il primo a salutare personalmente uno ad uno i dipendenti sia al suo arrivo, nel 2018, sia dopo che Draghi ha accettato l’ incarico.
A seguire si è riunito il primo Consiglio dei Ministri che, per scelta di Draghi, è avvenuto senza il suono della campanella. In tale sede è stata formalizzata la nomina del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli. Draghi, rivolgendosi ai ministri, si è augurato la massima collaborazione ed unione affinché il Paese possa raggiungere una condizione di sicurezza, anteponendo i bisogni dell’ Italia agli interessi di parte.
A metà della settimana entrante il governo dovrebbe ottenere la fiducia in Senato ed alla Camera.
Puntuali sono arrivati gli auguri da parte delle istituzioni nazionali ed estere, compreso il messaggio di buon auspici della Conferenza episcopale italiana.
Dei 23 ministri del governo Draghi 15 sono dei politici ed 8 dei tecnici. Ecco tutti i nomi:
Luigi Di Maio (M5S) agli Esteri;
Luciana Lamorgese (tecnico) all’Interno;
Marta Cartabia (tecnico) alla Giustizia;
Daniele Franco (tecnico) all’ Economia;
Lorenzo Guerini (PD) alla Difesa;
Giancarlo Giorgetti (Lega) allo Sviluppo Economico;
Stefano Patuanelli (M5S) all’Agricoltura;
Roberto Cingolani (tecnico) alla Transizione ecologica;
Dario Franceschini (PD) alla Cultura;
Roberto Speranza (Leu) alla Salute;
Enrico Giovannini (tecnico) alle Infrastrutture;
Andrea Orlando (PD) al Lavoro;
Patrizio Bianchi (tecnico) all’ Istruzione;
Cristina Messa (tecnica) all’ Università;
Federico D’ Incà (M5S) ai Rapporti con il Parlamento;
Vittorio Colao (tecnico) all'Innovazione tecnologica;
Renato Brunetta (FI) alla Pubblica Amministrazione;
Mariastella Gelmini (FI) agli Affari regionali;
Mara Carfagna (FI) al Sud;
Elena Bonetti (IV) alle Pari opportunità;
Erika Stefani (Lega) alle Politiche per le disabilità;
Fabiana Dadone (M5S) alle Politiche giovanili;
Massimo Garavaglia (Lega) al Turismo.
Tra le novità di questo governo si nota la divisione in due del Ministero della Cultura e Turismo e la creazione del Ministero alla Transizione ecologica che assorbe quello dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, per sottolineare che il governo Draghi avrà un programma sensibile all’ ambiente.
Ma come si è giunti alla decisione di formare un nuovo governo guidato da Mario Draghi? Dopo la crisi del governo Conte bis è seguito un lungo periodo di trattative al fine di formare un nuovo governo sempre guidato da Giuseppe Conte, ma le mediazioni, affidate dal presidente Mattarella al Presidente della Camera Roberto Fico, hanno avuto esito negativo. Dunque il Presidente della Repubblica ha deciso di convocare al Palazzo del Quirinale Mario Draghi per conferirgli l’ incarico di formare un nuovo esecutivo. Draghi ha accettato l’incarico con riserva sciogliendola dopo due giri di consultazioni con tutti i partiti politici. Così si è giunti al 13 febbraio quando il governo ha prestato giuramento entrando ufficialmente in carica.
La cerimonia di insediamento del 67esimo governo è stata particolare: veloce ed essenziale. Infatti il tradizionale protocollo è stato modificato per garantire il rispetto delle norme anti-Covid che hanno introdotto alcune novità cambiando i riti e rendendoli ancora più formali. Sono mancati i familiari; assenti anche i giornalisti, i fotografi ed i cameraman. La cerimonia si è potuta seguire via Internet. Nessuna stretta di mano tra il Presidente della Repubblica, quello del Consiglio ed i vari Ministri, ma solo un saluto finale con gli auguri. I ministri sono stati fatti accomodare su poltrone sistemate diversamente dal solito: al centro del salone, ad un’ampia distanza l’una dall’altra. La distanza è stata rigorosamente rispettata anche durante la foto di rito nel Salone dei Corazzieri, al termine della cerimonia.
Le norme anti-coronavirus hanno imposto il cambio della penna, cioè i 23 ministri hanno firmato usando ognuno una penna diversa, cambiata di volta in volta. Tutti i ministri così come il Presidente della Repubblica e quello del Consiglio hanno indossato la mascherina per tutta la durata del giuramento e delle firme. Questa volta anche la cerimonia della Campanella è stata sottoposta a misure anti-covid con opportuna sanificazione dell’oggetto nel passaggio di mano dal premier uscente a quello entrante.
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