Dopo vent'anni di silenzio una voce di speranza per i malati di alzheimer
Approvato l'utilizzo dell'Aduhelm, un farmaco contro l’Alzheimer
Si chiama Aducanumab, un anticorpo monoclonale venduto col nome commerciale di Aduhelm, il farmaco prodotto dalla società farmaceutica Biogen che segna un importante passo in avanti nella lotta all’Alzheimer, malattia che tende a manifestarsi dopo i 65 anni con sintomi precoci come l’incapacità di ricordare eventi recenti e che attualmente colpisce circa 25 milioni di persone al ritmo di un nuovo caso ogni sette secondi diventando una vera e propria emergenza mondiale.
Ogni anno le principali aziende farmaceutiche investono centinaia di milioni di euro per sviluppare farmaci di nuova generazione che siano efficaci contro il morbo di Alzheimer, ma nonostante le grandi risorse investite e gli sforzi profusi negli ultimi 20 anni non ci sono stati risultati tali da costituire un punto di svolta per tenere sotto controllo la malattia.
A concedere il via libera al farmaco è stata La Food and Drug Administration (FDA), americana, che in una nota spiega “l’Aducanumab rappresenta il primo trattamento farmacologico approvato per l'Alzheimer sin dal 2003 che fornisce un significativo vantaggio terapeutico rispetto ai trattamenti esistenti”. Con questo rimedio si ha, per la prima volta, la possibilità di intervenire direttamente sulla formazione delle placche betamiloidi del cervello che sono alla base della malattia, non agendo quindi contro i sintomi della malattia a differenza dei farmaci attualmente disponibili, ma agendo contro le cause in modo che questa progredisca più lentamente rallentando quindi il decorso del declino cognitivo e dell’attività fisica.
La notizia non ha ricevuto però l’approvazione unanime del mondo scientifico e molti sono i medici e ricercatori che hanno avanzato dubbi circa la sua reale efficacia, soprattutto per il modo con cui è stato approvato. Biogen, la multinazionale di biotecnologie che ha sviluppato il farmaco, sostiene che il trattamento è capace di migliorare la vita di coloro che ricevono una diagnosi precoce di Alzheimer e che sono quindi esposti a perdere progressivamente la memoria, la capacità di riconoscere i propri cari e di capire dove si trovano. Ai tanti critici che si sono posizionati sul fronte degli scettici, sostenendo che difficilmente offrirà dei benefici evidenti la FDA ha precisato di aver dato un’approvazione “condizionata “perché la Biogen dovrà condurre un nuovo studio clinico per verificare i benefici del farmaco sulle capacità cognitive derivanti dalla rimozione della proteina. Nel caso in cui tale studio non riuscisse a validare il beneficio clinico del farmaco, la FDA ha la facoltà di rescindere il contratto. In ogni caso la buona notizia ha acceso un barlume di speranza per le tante famiglie di pazienti gravi e per tutta la società che vede finalmente realizzarsi la possibilità di sconfiggere questa brutta malattia.
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