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Dio esiste e ha il codino

La storia di Roberto Baggio, Il Divin Codino


Nella lunga storia del calcio ci sono stati tantissimi campioni, ma alla fine ci sono due tipi di campioni, il campione solo nella sua squadra (come lo è stato per esempio David Trezeguet alla Juventus o Didier Drogba al Chelsea), e il campione di tutti. Ecco, questo era Roberto Baggio, il campione di tutti, e questo non solo per aver giocatoto in tutte le migliori squadre d'Italia, ma anche perché le sue giocate e la sua classe erano apprezzate da tutti in tutto il mondo. Se aggiungiamo anche le grandi prestazioni avute in nazionale, si ottiene il giocatore amato da tutti, nessun tifoso escluso. Alla fine la sua carriera si può vedere da due punti di vista: carriera fortunata per i trofei vinti e le grandi prestazioni fatte, e sfortunata per tutti i dolorosi e lunghi infortuni avuti. Di Roberto è speciale anche il nome, infatti questo nome gli è stato dato dal padre in onore ad uno dei suoi grandi idoli sportivi: Roberto Boninsegna, centravanti dell'Inter. Roberto fin da ragazzo è cresciuto col pallone sotto i piedi, infatti il suo talento si vide fin dai suoi primi tornei giovanili. Il piccolo Roberto, oltre a stupire tutti gli spettatori, già a 14 anni realizzò nelle sue prime centoventi partite centodieci gol. Infatti questo porta gli osservatori del Vicenza a prenderlo e a farlo esordire in serie C ad appena sedici anni. Solo dopo metà campionato è già desiderato da mezza Italia, ma per non fare il passo più lungo della gamba Baggio sceglie come destinazione Firenze e sceglie il numero dieci. Inoltre inizia ad essere soprannominato il Divin Codino proprio per il suo taglio di capelli. A Firenze si scoprì anche il suo carattere, ovvero quello di una persona matura, di poche chiacchiere, pochi gossip e poche interviste, che si concentrava solo sul meglio per lui e la squadra in cui giocava. Alla Fiorentina già tutta Italia si aspetta da lui un salto di qualità, ma ciò purtroppo non avviene, infatti poco dopo aver firmato il contratto con la Fiorentina, in una partita di metà stagione, si infortuna rompendosi crociato anteriore, menisco, capsula e collaterale della gamba destra, così perde tutta la prima stagione. Poi due anni dopo si rifà male spaccandosi il crociato e resta di nuovo infortunato. Infortuni lo accompagneranno per tutta la sua carriera e purtroppo non lo faranno mai esprimere al meglio, ma appena torna in campo si vedono subito le sue qualità: infatti porta tutta la qualità alla Fiorentina, come aveva fatto Maradona a Napoli, e infatti Baggio per tutta la sua carriera verrà paragonato a Diego. Diventa così amato a Firenze che quando si diffonde la notizia del suo trasferimento alla Juventus nel 90, a Firenze scoppia una vera e propria rivoluzione. Tutti scendono per le strade (a volte anche con l'arma bianca alla cintura) e occupano il municipio, le piazze e per poco tempo anche la sede della Fiorentina. Questo perché gli stavano portando via il loro idolo, quello con cui hanno vinto trofei e con cui segnavano di conquistare il tricolore, volevano fare a Firenze con Baggio quello che si era fatto con Maradona a Napoli. Alla fine nonostante le grandi proteste l'affare va in porto e Baggio diventa un giocatore bianconero. Alla Juve raggiunge il punto più alto della sua carriera e conquista i suoi due trofei più importanti: la coppa Uefa vinta nel 92 e il pallone d'oro vinto nel 93. inoltre viene convocato in nazionale per i mondiali in Usa nel 94. In quel mondiale diventa il vero fenomeno a guidare la nazionale segnando agli ottavi e ai quarti di finale e raggiunge il suo massimo splendore in semifinale contro la Bulgaria, dove con una doppietta trascina gli azzurri in finale. In finale si scontrano col Brasile di Romario e Bebeto, si arriva ai rigori su uno zero a zero portato fino al centoventesimo minuto, ma alla fine, purtroppo, con i due rigori sbagliati da Franco Baresi e proprio da Roberto Baggio l'Italia perde e il Brasile si laurea campione del mondo per la quarta volta. Dopo aver lasciato la Juventus nel 95 gira le altre big italiane, inizia dal Milan degli Olandesi per passare al Bologna e infine all'Inter di Pagliuca e Ronaldo il Fenomeno. Purtroppo in queste squadre non riesce mai ad inserirsi alla perfezione e in molte occasioni non gioca al meglio perseguitato dagli infortuni. Dopo due anni all'Inter arriva l'anno che segna la fine della sua carriera. Nel 2000, a causa di un infortunio, salta l'europeo con la nazionale (che alla fine verrà perso in finale contro la Francia di Zidane col Golden goal di Trezeguet) e poi decide di andare al Brescia di Carlo Mazzone. Gioca lì per quattro anni e alla fine, il 16 maggio 2004 di fronte a un San Siro pieno durante un Milan-Brescia, Roberto Baggio gioca la sua ultima partita. Quando esce dal campo tutto San Siro si alza in piedi ad applaudire e a piangere, anche Paolo Maldini, storico capitano del Milan e vincitore di cinque Champions League, va verso di lui e si complimenta per tutta la sua carriera e per quello che ha fatto per la nazionale e per il calcio italiano. Anche se è passato molto tempo dal suo ritiro, nessuno si è dimenticato e mai dimenticherà le sue giocate, la sua grazia, ma anche il suo amore e la sua umanità. Non si può far altro che chiedersi se mai in Italia nascerà un giocatore forte come lui, il Divin Codino, Roberto Baggio.



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