"Chiedo perdono": Emanuele Filiberto e l'approvazione delle leggi razziali
Dal1922 al 1942 Italia ha conosciuto la dittatura fascista mentre la Germania dal 1933 al 1945 quella nazista. A capo di tali dittature Benito Mussolini e Adolf Hitler. Sono questi anni bui nei quali vengono deportati e uccisi circa 15-17 milioni di ebrei, vittime dell'Olocausto, di entrambi i sessi e di tutte le età.
Il 5 settembre 1938 in particolare per l'Italia fu l'inizio della fine, infatti vennero decretate le "leggi razziali" da Benito Mussolini in qualità di capo del governo e poi promulgate dal re. Vittorio Emanuele III non fu mai realmente d'accordo e non perse occasione per far presente al capo del governo Mussolini il proprio dissenso, però, costretto dallo Statuto alla promulgazione e considerando di non avere possibilità di opporsi visto la popolarità ottenuta dallo storico dittatore, dovette accettare di firmare le leggi.
Sono passati oramai più di ottant'anni dalle leggi razziali ed Emanuele Filiberto, pronipote di Vittorio Emanuele di Savoia, chiede scusa a nome di tutti i Savoia in vista del "Giorno della Memoria".
"Mi rivolgo a tutti voi, fratelli della Comunità ebraica italiana, per esprimervi la mia sincera amicizia e trasmettervi tutto il mio affetto nel solenne 'Giorno della Memoria'. Una lettera certamente non facile, una lettera che può stupirvi e che forse non vi aspettavate. Eppure sappiate che per me è molto importante e necessaria, perché reputo giunto, una volta per tutte, il momento di fare i conti con la Storia e con il passato della famiglia che oggi sono qui a rappresentare, nel nome millenario di quella casa reale che ha contribuito in maniera determinante all'unità d'Italia, nome che orgogliosamente porto". Così inizia la lettera letta al TG5 da Emanuele Filiberto in cui esprime tutto il suo dispiacere e il suo dolore, una lettera piena di emozioni, con all'interno non semplice dispiacere ma anche un grido di protesta. "Desidero che la Storia non si cancelli - precisa - che la Storia non si dimentichi e che la Storia abbia sempre la possibilità di raccontare quanto accaduto a tutti coloro che hanno fame e sete di verità". La lettera continua parlando anche di come i Savoia abbiano sofferto per le leggi razziali, facendo riferimento alla cara zia Maria Di Savoia deportata come le stesse figlie di Vittorio Emanuele III.
"Scrivo a voi fratelli ebrei - si legge nella lettera di scuse - nell’angoscioso ricordo delle troppe vittime che la nostra amata Italia ha perso. Scrivo a voi questa mia lettera, sinceramente sentita e voluta, che indirizzo a tutta la Comunità italiana, per riannodare quei fili malauguratamente spezzati, perché sia un primo passo verso quel dialogo che oggi desidero riprendere e seguire personalmente. Con tutta la mia sincera fratellanza".
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