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Caso Regeni: finalmente la verità per Giulio?

La Procura di Roma è pronta a chiudere le indagini sul caso di Giulio Regeni, accusando cinque membri appartenenti ai servizi segreti egiziani. Ma chi è Giulio Regeni?

Giulio Regeni è un giovane ragazzo, nato il 15 gennaio 1988, cresciuto a Fiumicelli in provincia di Udine. Giulio vince molte borse di studio per svolgere ricerche all'estero e collabora con l'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale facendo ricerche anche per conto della Oxford Analytica. Impegnato in un dottorato presso il Girton College dell'Università di Cambridge studia i sindacati indipendenti egiziani presso l'Università Americana del Cairo scrivendo articoli sulle difficili situazioni dei sindacati dopo la rivoluzione egiziana del 2011.

Il giorno 25 gennaio 2016, il giovane ricercatore italiano invia un ultimo sms alla sua fidanzata in Ucraina, dicendole che sta uscendo. A distanza di poco tempo, un'amica di Giulio denuncia la sua scomparsa sul suo profilo Facebook. Si sa solamente che il giovane Regeni doveva incontrare delle persone in piazza Tahrir per festeggiare il compleanno di un loro amico.

Il corpo viene ritrovato il 3 febbraio 2016 in una periferia del Cairo. Giulio aveva solo 28 anni, tanti sogni nel cassetto, la voglia di studiare nella Terra dei faraoni e delle piramidi, negli occhi la speranza e la gioia per un futuro roseo e, poi, la fine... solo un corpo martoriato e torturato. "Giulio non era in guerra" dice la madre, ma viene ucciso proprio come un nemico di guerra. Subito associazioni come Amnesty International chiedono al governo italiano di sollecitare il governo egizio a far luce su quello che è divenuto il caso Regeni. Cominciano le fiaccolate e le manifestazioni di attivisti e di Amnesty per chiedere "la verità per Giulio Regeni" e per i suoi genitori distrutti dal dolore.

Nell'aprile 2016, l'allora ministro degli Esteri Gentiloni richiama l'ambasciatore italiano al Cairo, come forma di protesta nei confronti del governo egiziano poco collaborativo per portare alla luce la verità. L'ambasciatore ritorna al Cairo il 14 agosto 2017 sulla scia di un nuovo accordo tra il governo italiano ed egiziano.

Il 30 novembre 2020, quattro anni dopo la tragedia, la Procura della Repubblica è pronta a chiudere il caso di Giulio Regeni a carico dei cinque uomini appartenenti ai servizi segreti egiziani. E' ciò che è stato comunicato dal procuratore Michele Prestipino al procuratore generale d'Egitto Hadam al Sawi durante la videoconferenza tenutasi tra i due, ma per il governo egiziano le prove sono insufficienti, sebbene la procura generale d'Egitto si dica pronta a rispettare le decisioni della Procura della Repubblica di Roma. La Procura d'Egitto ritiene che l'esecutore materiale dell'omicidio sia ancora ignoto. I genitori di Regeni sono indignati e offesi dall'ennesimo "schiaffo" subito dal Governo egiziano e affermano che non solo è stata infangata la memoria di Gulio, ma anche la dignità del nostro Paese. I signori Regeni considerano inaccettabile l'atteggiamento del Governo egiziano, che ha cercato di far credere Giulio vittima di una banda criminale, sostenendo che i documenti trovati in casa di un bandito sono la prova di questa tesi e che spesso gli stranieri sono vittima di bande organizzate. Infine i genitori di Giulio accusano l'Egitto di non aver collaborato, non rivelando il domicilio dei cinque assassini, e affermano con forza che nessun "Giulio" o "Giulia" merita di essere ucciso barbaramente come il proprio figlio.

E' proprio questo il punto: ancora oggi tanti uomini e donne nei Paesi in cui vi sono disordini politici e sociali e dittature, muoiono massacrati e torturati come Giulio, perché considerati "scomodi" ai governi per le loro indagini e ricerche tese al miglioramento della società ed alla fine delle ingiustizie sociali.

Gli striscioni di Giulio, il suo giovane volto non devono essere tolti dai palazzi perché rappresentano la giustizia, la democrazia e lo Stato, perché ricordano che la verità merita sempre di essere portata alla luce. Alla verità si legano sempre i valori di libertà e giustizia, sui quali si fondano le società e le democrazie occidentali.




Fonti immagini: Wikipedia, Amnesty International


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