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  • giuliabonvicino

Buon compleanno Italia!

Il 17 marzo di qualche anno fa, su Canale 5 andò in onda un’intervista de “Le Iene” che mi fece riflettere. Da adolescente rimasi colpita nel dover tristemente constatare quanti politici e passanti, ahimè, non risposero o lo fecero con titubante esitazione a quella che mi parve una domanda piuttosto scontata per un Italiano: “Quale importante evento della nostra storia risorgimentale si festeggia il 17 marzo?”. Quanti giovani, soprattutto, restarono in silenzio senza ripensare al famoso incontro a Teano tra un fiero Giuseppe Garibaldi, in groppa al suo fedele Said, e Vittorio Emanuele II, sul suo bellissimo cavallo grigio a macchie bianche. L’eroe dei due mondi, per la prima volta, lo salutò come “re d’Italia”.

Quest’anno l’anniversario è ancora più importante: cifra tonda, 160 anni, per ricordare l’unità d’Italia. Una data diventata simbolo della nostra agognata indipendenza di cui fu uno dei principali fautori il sovrano sabaudo di Sardegna e Piemonte, Vittorio Emanuele II appunto, che proprio il 17 marzo del 1861 è stato proclamato re d’Italia. Il titolo fu assunto per sé e per i suoi successori, “per grazia di Dio e per volontà della nazione”. Il neonato Parlamento, riunito nel torinese Palazzo Carignano, sancì la nascita della monarchia italiana, la cui Carta costituzionale è rimasta fino al 1948 lo Statuto Albertino.

Il percorso per ottenere la nostra indipendenza dalle oppressioni straniere è stato lungo e travagliato, raggiunto in più fasi tra battaglie, alleanze, sconfitte, vittorie. Certo, nel ’61 ormai erano stati cacciati da quasi tutta la penisola gli Asburgo ed anche i Borbone, ma abbiamo dovuto attendere la fine della Prima Guerra Mondiale per vedere il Belpaese finalmente unito. Mancavano il Veneto e il Trentino, dove erano ancora salde le posizioni austriache, Roma e il Lazio. Il ministro Cavour aveva da poco iniziato trattative con il papa per una cessione pacifica della città al giovane regno, ma il 6 giugno morì improvvisamente, a soli 51 anni, e fu una perdita irreparabile per il nuovo Stato.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dei festeggiamenti di quest’anno ha dichiarato: "La celebrazione odierna ci esorta nuovamente a un impegno comune e condiviso, nel quadro del progetto europeo, per edificare un Paese più unito e solido, condizione necessaria per una rinnovata prosperità e uno sviluppo equo e sostenibile".


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