Basterebbe aprire il cuore…
I paesi più poveri del mondo sono senza vaccini a causa dell‘egoismo altrui
Fin dall’infanzia, i genitori ci trasmettono valori importanti come il sostegno reciproco e la fratellanza che risultano fondamentali, da adulti, per vivere nel rispetto di se stessi e degli altri. Soprattutto chi ha fratelli, come me, è stato abituato a condividere giocattoli, merende, vestiti. Crescendo, però, possono subentrare egoismo ed individualismo.
Negli ultimi mesi in paesi come Stati Uniti, Italia, Francia, Germania si sta già sentendo parlare di terza dose di vaccino anti COVID-19. Chi ha più di sessant’anni e vive in Israele in molti casi l’ha già ricevuta. Invece in Eritrea o Burundi la campagna vaccinale non è neanche iniziata. Il motivo è semplice: i vaccini sono costosi e soltanto chi può permetterseli li compra; tutti gli altri restano senza. Le nazioni più ricche, dopo aver ormai garantito la seconda inoculazione a gran parte dei propri abitanti, hanno deciso di comprare nuove dosi per aumentare ulteriormente la protezione contro il virus, ma tutto questo avviene mentre in molti altri paesi sono ancora pochissime le persone ad aver ricevuto solo la prima dose o neanche quella. Questo dimostra come anche la salute si possa comprare.
È da più di un anno che ripetiamo che nessuno si può salvare da solo, che ci vuole il contributo di tutti per poter uscire da quest’incubo e che la solidarietà è l’unico modo per combattere la pandemia. Non ci sono evidenze scientifiche sulla necessità imminente di una terza somministrazione e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha più volte ribadito l’assurdità di concretizzare tale ipotesi quando ancora in Africa, ad esempio, non è stato vaccinato neanche l’1% della popolazione. È stato, quindi, lanciato un appello ai paesi ricchi: donare vaccini per garantire una copertura che salverebbe tantissime vite. Banalizzando: basterebbe tornare bambini ed aprire il proprio cuore.
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