Auguri, Alessandro Manzoni!

Celebrando uno dei più grandi scrittori italiani

Il 7 marzo 1785 nasceva a Milano Alessandro Manzoni, gloria della nostra letteratura.

Esponente di spicco del Romanticismo, Manzoni aveva una personalità caratterizzata dall' equilibrio morale e dalla fede in Dio, requisiti a cui arrivò a poco a poco, come una conquista faticosa e necessaria.

Innanzitutto non ebbe il conforto di una famiglia ordinata e serena; i suoi genitori, Giulia Beccaria e Pietro Manzoni, non andavano d' accordo per cui fu chiuso in collegi religiosi nei quali crebbe pieno di disorientamento morale e di odio verso la religione da cui si allontanò profondamente quando aderì ala filosofia illuministica.

Il problema della fede accompagnò sempre lo scrittore che, dopo aver studiato con cura i testi sacri, si rese conto che la poesia classicistica presentava dei limiti in quanto l'esistenza umana necessitava di avere il suo sbocco in Dio. Così si convertì al cattolicesimo a seguito di lunghi ragionamenti, ma anche in conseguenza di un episodio chiamato "miracolo di San Rocco". La conversione non apportò totali cambiamenti in Manzoni che già credeva nei valori della fratellanza e dell' uguaglianza, tipici dell' Illuminismo, che, però, vennero elaborati alla luce della fede cristiana.

In un primo tempo lo scrittore si accostò al cristianesimo giansenista secondo cui Dio, attraverso la morte e la resurrezione di Cristo, non aveva concesso la grazia della salvezza a tutti, ma solo a pochi, gli eletti. Durante il periodo di fede giansenista il Cristianesimo manzoniano ha avuto un carattere "aristocratico", nel senso di ristretto essendo la grazia divina riservata a pochi che, quindi, costituiscono l' aristocrazia della fede.

E' con il suo capolavoro ,"I Promessi Sposi", che Manzoni ha dato al Cristianesimo un senso "democratico", cioè universale perché la grazia divina è a disposizione di tutti gli uomini. Per tutti c'è una possibilità di salvezza: i malvagi pentendosi otterranno il perdono; gli oppressi non devono ricambiare il male con il male, ma devono resistere ed avere fiducia nell' aiuto della Provvidenza.

Naturalmente col cattolicesimo Manzoni trasformò anche la concezione sociale e politica rifiutando lo Stato Pontificio come espressione di potenza materiale e terrena della Chiesa, e desiderando una società equa e giusta secondo gli insegnamenti di Cristo. Ma nella società contemporanea al Manzoni, quella dell' Ottocento, persistevano realtà in cui disuguaglianze ed ingiustizie dominavano e dove il più forte prevaricava il più debole. Attraverso la storia di Renzo e Lucia, i due giovani protagonisti de I Promessi Sposi, lo scrittore ha criticato e condannato quel tipo di contesto sociale che, inoltre, presenta delle affinità con la nostra società. Chi è ricco e prepotente, come don Rodrigo, ha influenza sulle persone che subiscono la loro volontà perché minacciate (i bravi nei confronti di Don Abbondio), così come le organizzazioni criminali che controllano le persone inducendole al silenzio. Sempre collegato al sistema delinquenziale è l' episodio dell' incontro di Renzo con l' avvocato Azzeccagarbugli che, corrotto, rifiuta le richieste del giovane per non inimicarsi il potente don Rodrigo. Nel romanzo la criminalità organizzata è rappresentata dalla aristocrazia che causa soprusi alla popolazione senza risponderne delle conseguenze, cioè gode di impunità. Inoltre viene accennato al pregiudizio tra chi vive in campagna e chi in città paragonando i villani a dei ladri. Anche nella società dei nostri tempi esiste il preconcetto riguardante il confronto tra Nord e Sud d' Italia.

Concludendo, Manzoni invita ad una riflessione: nonostante la società si evolva e si sviluppi, in essa le disuguaglianze permangono, ma alle ingiustizie subite il grande scrittore stimola a ribellarsi ed a combatterle. A proposito di insegnamenti è d' obbligo una citazione: "Il linguaggio è stato lavorato dagli uomini per intendersi tra loro, non per ingannarsi a vicenda". Se fosse realizzata...