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Alexey VS Vladimir per il trionfo della democrazia

La Russia ha vissuto ieri un'altra giornata di proteste all'insegna della repressione politica. Per il secondo weekend di fila, la polizia è tornata a soffocare con arresti e manganellate le proteste contro la detenzione del rivale numero uno di Vladimir Putin: Alexey Navalny. Da giorni, ormai, continua l’ondata di disordini contro il presidente della Federazione Russa, al suo quarto mandato. La voce del popolo, sempre più forte, si fa sentire per il rilascio di Navalny. Giovane avvocato, leader dell’opposizione e attivista anti-corruzione, è stato una figura galvanizzante nelle proteste di massa, comprese le manifestazioni del 2011-12 innescate dalle notizie di brogli diffusi nelle elezioni parlamentari.

Nel 2011 in un’intervista radiofonica ha descritto il governo di Putin come un “partito di truffatori e ladri”. Nella sua carriera, infatti, ha pubblicato decine di report che provano in modo schiacciante la corruzione nella Russia di Putin. Tutto questo lo ha portato ad essere più volte arrestato e ad avere a suo carico diverse condanne sospese. I motivi sono ovviamente politici, finalizzati principalmente ad impedirgli di candidarsi alle elezioni presidenziali del 2024. Questi tentativi, però, sono stati vani poiché ha vinto 6 cause contro le autorità russe ottenendo un risarcimento totale di circa 225.000 euro.

Lo scorso agosto è stato ricoverato in gravi condizioni e trasferito a Berlino per ricevere cure mediche adeguate, dopo essere stato avvelenato con un agente nervino a bordo di un aereo. A gennaio è rientrato in Russia ed è stato immediatamente arrestato con l’accusa di violazione dei termini di una pena detentiva sospesa. Questa non è stata la prima volta che qualcuno attentava alla vita del tenace oppositore. Ad esempio, nel 2017 un aggressore gli ha lanciato un liquido antisettico sul viso, danneggiandogli la vista. Nel 2019 è stato invece ricoverato in ospedale, dopo un primo avvelenamento, mentre era in prigione.

A gennaio scorso, salvo per miracolo, è rientrato in patria dalla Germania e ha testimoniato di non aver lasciato la Russia per sua scelta e di non aver mai considerato la possibilità di restare all’estero.

Navalny si è sempre esposto senza timore. È attivissimo sui social, pubblica inchieste e materiali sulla corruzione in Russia, organizza manifestazioni politiche e promuove le sue campagne. La sua ultima inchiesta riguarda l’accusa a Putin di aver utilizzato fondi ottenuti in modo fraudolento per costruirsi la sua lussuosissima villa sul Mar Nero.



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