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  • chiaraalfano

75° anniversario della Repubblica Italiana

Il 2 giugno 1946 l'Italia rinasce dalle ceneri della dittatura fascista

Il 2 giugno 1946 tanti uomini si recano al voto, ma soprattutto per la prima volta in Italia le donne, numerose giovani e molte nonnine, accompagnate su sedie, al braccio dei figli, tutte orgogliose possono votare, esprimendo così la propria volontà politica e affermando il loro desiderio di un'Italia libera, affrancata dalla monarchia e dalla vergogna fascista. Non bisogna dimenticare il ruolo delle donne nel corso della seconda guerra mondiale e l'importanza delle "staffette", donne che si sono occupate amorevolmente degli altri partigiani, impugnando anche le armi contro i Nazifascisti e sacrificando la propria vita, come "Agnese" nel famoso romanzo della Viganò "Agnese va a morire".

Nel giorno della Festa della Repubblica è giusto, come mostra l'ANPI, pubblicare le immagini delle donne "in marcia" per l'espressione del proprio voto. La loro presenza contribuisce a far registrare l'affluenza alle urne all'89,1%. Il 2 giugno 1946 è il culmine - come dice Federico Fornaro nel saggio "2 giugno 1946. Storia di un referendum" - di un lungo percorso cominciato con lo sbarco in Sicilia degli anglo-americani nella notte del 9 e 10 luglio 1943, la divisione tra il Sud, "vigilato" dagli alleati, e l'Italia centro-settentrionale occupata dai tedeschi e teatro della "Resistenza" e della "guerra civile italiana".

Dopo la liberazione del 1945, cominciano i lavori dell'Assemblea Costituente che vede disposti a lavorare insieme membri anche di posizioni politiche e ideologie diverse, pur di contribuire al bene di un Paese ridotto in macerie e tutto da ricostruire. Si decide con Alcide De Gasperi, capo di un governo italiano, di far scegliere al popolo con il referendum la forma costituzionale, monarchica o repubblicana. Si vota tra il 2 ed il 3 giugno. Vince la Repubblica, con 12.718.641 voti. La monarchia ottiene 10.718.502 voti. La Corte di Cassazione proclama i risultati il 18 giugno.

Oggi molti italiani festeggiano questo giorno con gite fuori porta, in modo sereno e spensierato, ma non dobbiamo dimenticare la lunga strada, il dolore e la sofferenza, la lotta per la libertà nella quale hanno creduto i nostri nonni e bisnonni e i valori che dobbiamo continuare a difendere contro i pericoli delle nuove forme di neofascismo.


















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