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25 novembre: giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Da dove nasce questa giornata mondiale? E' una data che ha stabilito l'ONU. Il 25 Novembre 1960, nella Repubblica Domenicana, tre sorelle, Patricia, Minerva e Maria Teresa, furono uccise dagli agenti del dittatore Rafael Leonidas Trujillo. Le tre sorelle erano donne colte, belle, benestanti, cristiane e in più non si erano piegate alla logica del dittatore che aveva ucciso e imprigionato chiunque gli si opponesse. Pare che le sue vittime siano addirittura trentamila. Proprio quella cultura, proprio la loro sensibilità artistica e sociale le portò alla morte. Facevano parte, insieme ai rispettivi mariti, del movimento insurrezionale 14 de Junio, fondato proprio da Minerva e suo marito. Un giorno, mentre le donne rientravano da una visita ai mariti imprigionati, degli uomini fermarono la Jeep su cui erano e le fecero scendere dalla vettura insieme al conducente. Li uccisero tutti a bastonate. Li rimisero in auto e spinsero l'auto in un burrone cercando di far credere che ci fosse stato un incidente. L'opinione pubblica capì subito che non era un incidente ma un omicidio. Le tre sorelle sono passate alla storia con il nome di LAS MARIPOSAS che significa "le farfalle", soprannome che si erano date nel gruppo di attivisti, soprannome con il quale sono conosciute in tutto il mondo per il coraggio che hanno avuto di esprimere liberamente la loro opposizione a una dittatura.

Ma torniamo ad oggi, a quarant'anni di distanza dalla storia delle tre sorelle. Non possiamo parlare di violenze politiche, ma i dati riportano che il 31,5% delle donne tra le 16enni e le 70enni ha subito, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Nello specifico il 20,2% ha subito violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% lo stupro o il tentato stupro. Il 13,6% delle donne ha subito violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner. Donne che hanno subito violenze fisiche da estranei, persone conosciute quali conoscenti, amici, parenti, colleghi di lavoro. Donne che sono spintonate, colpite, strangolate, ustionate, minacciate con l'uso di armi, toccate, abbracciate o baciate contro la loro volontà. Oltre alla violenza fisica o sessuale le donne subiscono anche violenza psicologica ed economica, con la conseguenza che hanno una scarsa autostima, si sentono inadeguate e colpevoli. Anche i figli sono usati come arma di ritorsione e minaccia per molte donne. Senza considerare i casi di stalking da ex partner e non solo che sono numerosissimi e con l'aggravante che una donna su due non denuncia neppure. E quali sono le conseguenze fisiche e psicologiche delle violenze sulle donne? Naturalmente si generano problemi fisici quali la possibile compromissione della salute riproduttiva e la possibile esposizione ad infezioni, gravidanze non volute, aborti indotti, emicranie, mal di schiena, dolori addominali. A livello psicologico sono frequenti stati di depressione, disturbi d'ansia e stress post traumatico, insonnia, tentati suicidi, disturbi alimentati. Soprattutto le vittime più giovani hanno maggiori probabilità di adottare nella propria vita comportamenti autolesivi, come fumare, fare uso di droghe e bere troppo.

L'ONU ha ribadito che la violenza sulle donne non è una questione privata, ma "è un importante problema di salute pubblica, una questione di disparità di genere e una grave violazione dei diritti umani". NOI DONNE VORREMMO ESSERE LIBERE DI ESSERE "FARFALLE".



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