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140 anni dalla morte di Fëdor Dostoevskij

140 anni fa, il 9 febbraio 1881, muore a San Pietroburgo Fëdor Michajlovic Dostoevskij, uno dei più grandi romanzieri russi. Nonostante la sua morte sia avvenuta in età prematura, aveva soltanto 59 anni, Dostoevskij ha regalato all'intera umanità dei veri capolavori letterari: 20 romanzi e 14 racconti. Ancora oggi i suoi scritti affascinano migliaia di lettori nonostante i libri siano noti per essere molto impegnativi per le tematiche trattate: follia, malattie, violenze, omicidi, intrighi, stupri, indagini. la produzione di questo scrittore assomiglia ad un "noir" moderno sia per lo stile di scrittura che per il numero di pagine dei suoi scritti.

Ciò che, però, più intriga i lettori non è soltanto la sua produzione letteraria, ma anche la sua vita piuttosto "sofferta e problematica" segnata da eventi dolorosi e tragici, in primis la morte precoce del padre, con il quale aveva avuto sempre rapporti contrastanti. La morte del padre causò allo scrittore un attacco epilettico, malattia che lo accompagnerà per sempre.

Molti critici letterari si domandano se siano state proprio le sofferenze e le angosce che l'autore ha dovuto affrontare a determinare il successo dei suoi capolavori come "Delitto e Castigo", "I demoni" o "I fratelli Karamazov".

Sicuramente la sua strada era la scrittura e per questo abbandonò la carriera militare per dedicarsi alle lettere. Suo primo romanzo è "Povera gente" con il quale ottiene un successo clamoroso.

Nello stesso anno scrive altri due romanzi: "Il sosia" e "Le notti bianche". Tutti i suoi romanzi sono pervasi da elementi autobiografici, incentrati sull'analisi dell'inconscio e sulla miseria e infelicità della vita umana.

Sicuramente l'evento più drammatico che ha sconvolto la sua esistenza e influenzato tutta la sua produzione letteraria è stata la condanna a morte sventata all'ultimo momento. Infatti, era stato arrestato nel 1849 per aver partecipato a una società segreta con scopi sovversivi anche se, in realtà, era stato solo presente a delle riunioni senza compiere nessuna azione di rivolta. Venne condannato a morte, ma lo zar cambiò la pena capitale in lavori forzati in Siberia per quattro anni solo quando era praticamente già sul patibolo. I quattro anni di prigionia vissuti, in condizioni terribili, accanto a fuorilegge, assassini, ladri, criminali determineranno il suo interesse per i delitti, i processi ed il sistema giudiziario. Da queste sofferenze e riflessioni prenderà vita il suo capolavoro "Delitto e castigo", sicuramente uno dei suoi libri più famosi e amati.

Nel suo ultimo lavoro, "I fratelli Karamazov", che avrebbe dovuto continuare, ma morì prima di terminarlo, ha indagato la natura umana; nei pensieri e nei comportamenti dei protagonisti sono rappresentati tutti i vari aspetti della società che ci circonda. In tutti i suoi romanzi i personaggi sono sempre protesi alla ricerca della felicità, il cui raggiungimento è possibile solo attraverso il dolore ed il tormento.

Tante le iniziative per ricordare il grande romanziere russo, iniziative che si protrarranno fino a novembre, quando si celebrerà il bicentenario della sua nascita. Dal 27 febbraio dalla Mondadori Point di Palermo saranno trasmesse delle conferenze in streaming dedicate alle donne di Dostoevskij; su Rai 5 a partire da fine gennaio viene trasmesso "Il teatro di Dostoevskij", con una serie di spettacoli tratti dalle sue opere; su Rai 3, dal 6 febbraio al 27 marzo 2021, il sabato alle 18.00 verranno trasmesse otto puntate sulla sua vita a partire dalla radiocronaca dei funerali che si tennero a San Pietroburgo in forma solenne.





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